È la collana che raccoglie la mia quadrilogia sul tema delle migrazioni di ieri e di oggi. Comprende i romanzi: Andavamo lontano; Se No; La Zona; Nero di rabbia. Per ogni titolo trovi i link per leggere la sinossi, l’incipit, l'anteprima e le recensioni.
Nero di rabbia
Nero di rabbia affronta un tema dibattuto nel panorama sociale contemporaneo. Il titolo ne definisce il substrato narrativo perché nero di rabbia, di razzismo e xenofobia è questo nostro tempo rancoroso; nero di rabbia è una parte consistente del corpo sociale; neri, e a loro volta arrabbiati, sono, in larga parte, i destinatari del rancore e della rabbia sociale.
La storia narrata si inserisce in questo contesto e, seppure nei limiti della finzione letteraria, cerca di indagare le dinamiche che motivano i comportamenti individuali e collettivi per tentare di comprendere questo nostro tempo rancoroso e smarrito.
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La Zona
La Zona è il luogo distopico
delle angosce del nostro tempo traslate nell’anno 2050. La Zona è l’Unione
Europea sopraffatta dalle paure, ripiegata su se stessa, che per esorcizzare i
suoi fantasmi si è affidata a un governo forte. Per trent’anni il governo delle
tre “M” l’ha schiacciata sotto il tallone di un regime autoritario pasciutosi
di xenofobia, del culto della sicurezza, di controllo sociale e di controllo
delle frontiere.
Il romanzo, all’interno di questa realtà distopica, narra le vicissitudini di un gruppo di resistenti che, clandestinamente, cercano di emancipare i lavoratori extracomunitari regolari temporanei (LERT) impiegati in condizione di semi schiavitù e gli immigrati clandestini (IC).
La prima parte descrive la giornata dei protagonisti nel giorno delle celebrazioni del Trentennale della nascita della Zona Comune. Il narratore segue il percorso di Michele Ergomassi, il protagonista principale della storia, che lo porterà ad incontrare tutti gli altri personaggi in un crescendo di drammaticità, alternata a situazioni narrate su registri leggeri o decisamente ironici. Il registro ironico inquadra l’antagonista, il commissario di polizia Giulio Anacreto, impegnato nella lotta ai LEC (lavoratori extracomunitari clandestini) in fuga dalla loro condizione coatta e all’organizzazione umanitaria che li assiste. Il commissario rappresenta il potere e in lui, ma non soltanto, se ne raffigura la vacuità e l’inconcludenza.
Lo scontro tra Michele e il commissario Anacreto, tra colpi di scena degni di un romanzo giallo, porta all’arresto di Michele e al conseguente processo. Tale evento non è la fine della storia, ne rappresenta lo shock che mette a nudo le debolezze del potere e sollecita le coscienze anestetizzate da trent’anni di imbonimenti propagandistici e di oppressione.
L’esito del processo rimane indeterminato sullo sfondo, mentre in primo piano si svolge un evento inimmaginabile, che riaccende la fiaccola della libertà e del pensiero critico capace di illuminare la strada della liberazione.
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Lungo una direttrice geografica ben precisa, si snoda una storia densa d’ incertezze e precarietà. All’ indomani della crisi della coltivazione del tabacco nel Salento del secondo dopoguerra, una famiglia di migranti del Meridione tenta di ricominciare nel profondo nord Italia. Molti anni più tardi, i due protagonisti, Luigi e Tommaso, affronteranno un viaggio, reale e metaforico, nella loro terra d’ origine, per recuperare un passato che è stato loro negato. Il ritrovarsi, però, non è privo di conseguenze. Entrambi segnati da un’infanzia drammatica, sapranno spogliarsi, non senza fatica e lacerazioni, dei fardelli e delle resistenze che da sempre li opprimono, trovando l’uno nell’ altro un ancoraggio sicuro e inaugurando una nuova fase delle loro vite. Un romanzo dagli stili continuamente cangianti che indaga a fondo l’attuale tematica della migrazione. L’autore narra, attraverso le intricate biografie dei protagonisti, la definizione dell’identità personale, sottolineando quanto siano fondamentali gli affetti e la condivisione in un mondo che tende a sovrastare e annichilire il singolo con la propria crudeltà.
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