Spigolature

 

 

STATO ARLECCHINO

Se all’ “Autonomia” delle Regioni targata Lega si somma il “Presidenzialismo” perseguito da FdI avremo uno “Stato Arlecchino”. 
La ragione è evidente: L’Autonomia in salsa Lega istituirebbe Regioni differenziate per poteri e risorse finanziarie, portatori di disgregazione sociale e territoriale; il Presidenzialismo “patriottardo” (detto il “Sindaco d’Italia” da Renzi che lo sponsorizza) segnerebbe, nell’architettura costituzionale del nostro Paese, la scomparsa dell’unico potere neutro e di garanzia che equilibra il sistema e, come effetti (voluti): la politicizzazione  (di parte) del Presidente eletto, il ridimensionamento del Parlamento, l’accentramento nelle mani del Governo di tutte le decisioni politiche. Vale la pena di correre questo rischio? NO! 
Per impedire la realizzazione di questo dissennato progetto è necessario mobilitare tutte le coscienze che hanno a cuore la democrazia e il pluralismo. E bisogna farlo subito, senza indugio, prima che sia troppo tardi.

            TEMPO LINEARE E TEMPO CIRCOLARE
Il giornalista Alexander Iannadiev, con un’arguta ed efficace domanda al Presidente del Consiglio Meloni (detto Giorgia) durante la conferenza stampa di fine 2022, ne ha sinteticamente definito il forte legame con il passato di orgoglioso militante del MSI, il partito di ispirazione fascista che ha sempre rivendicato la sua “nera” matrice.
Questa la domanda:
«Lei si è data un orizzonte temporale di 5 anni di legislatura. Le chiedo se i suoi tempi coincidono con quelli dei suoi alleati e se per andare avanti bisogna guardare indietro; se, in sostanza, il suo tempo è un tempo lineare o circolare».
La risposta (vedere il video qui: https://www.youtube.com/watch?v=Z8ndFEu_qiI, minuto 57.45) è imbarazzata, imbarazzante ed esilarante allo stesso tempo. 

Post fascismo e democrazia
  (01/01/2023)

Due vignette che evidenziano la vera natura del governo Meloni

I post fascisti della Presidente del Consiglio Meloni (detta Giorgia) vogliono riscrivere la storia. Lo fanno con affermazioni menzognere tipo: il MSI (partito di ispirazione fascista nato nel 1946) "ha traghettato verso la democrazia milioni di italiani usciti sconfitti dalla guerra". Ed ancora: il MSI "ha avuto un ruolo molto importante nel combattere [negli anni '70 e '80 del secolo scorso] la violenza politica e il terrorismo".
Purtroppo è vero l'esatto contrario. Il reducismo del MSI ha impedito a milioni di italiani di fare davvero i conto col fascismo (come è accaduto in Germania col nazismo) e ha  protetto i golpisti (J. V. Borghese, gen. De Lorenzo ecc.), i terroristi (V. Fioravanti, F. Mambro, M. Tuti, D. Zorzi, F. Freda, G. Ventura ecc.), gli stragisti degli attentati a Peteano, alla Banca dell'agricoltura a Milano, al Treno Italicus, in Piazza della loggia a Brescia, alla Stazione di Bologna ecc. che hanno insanguinato le piazze d'Italia.     
La Presidente del Consiglio dimentica che il MSI non si è mai riconosciuto nella Costituzione repubblicana del 1948, nè nella Repubblica nata dalla Resistenza. E dimentica anche che Costituzione e Repubblica hanno dichiaratamente il marchio dell'antifascismo, elemento fondativo e irrinunciabile dell'Italia contemporanea. Se ne faccia una ragione e lo riconosca senza infingimenti.

  LA SECESSIONE DEI RICCHI  26/11/2022

I ricchi, come individui e come ceto sociale, sono sempre stati separati dai poveri; al riparo della loro ricchezza hanno spregiato la povertà, a volte tacitando la coscienza con qualche spicciolo "investito" in opere di carità e di prestigio.
Ma adesso è diverso. La SECESSIONE DEI RICCHI è un atto politico, collettivo che si vuole attuare con l'AUTONOMIA REGIONALE DIFFERENZIATA
Come ha solennemente affermato il Pr. Rep. Sergio Mattarella: "I diritti sociali rappresentano un capitolo determinante del patto istituzioni-cittadini" ed è necessario "ridurre i divari tra chi gode dei servizi pubblici e chi invece li raggiunge a fatica e solo in parte".
L'esatto contrario di quanto si propongono il Min. Calderoli, la Lega e il Governo.
A tale riguardo: non hanno niente da dire i tanti residenti nel Mezzogiorno e i tanti meridionali residenti a Tramontana che hanno votato i partiti di destra che oggi governano l'Italia?


EVASIONE FISCALE  24/11/2022

Stime dell'EVASIONE FISCALE nel 2022: 110 miliardi di euro;
percentuale imposte evase: oltre il 20%.
Provvedimenti del Governo:
- Condoni fiscali;
- aumento del tetto per i pagamenti in contanti;
- tassa piatta (15%) per gli autonomi con fatturato inferiore a 85.000 euro.
Per i poveri e i lavoratori dipendenti: briciole e mancette da 20 - 30 euro all'anno.
E se agli evasori, anzichè premiarli con condoni ecc., si applicasse, parafrasando lo slogan dei rivoluzionari americani del 1776, il principio "NESSUNA RAPPRESENTANZA SENZA TASSAZIONE", come sostiene G. Moro su "Repubblica"?
Il partito dell’evasione fiscale non ne sarebbe lieto, ma noi tutti sicuramente ce ne gioveremmo.
 

           MELONOMICS    27/10/2022

Gli atti li stanno preparando, ma le intenzioni proclamate in Parlamento sono già chiare e regressive: chiusura porti e lotta alle ONG che salvano i profughi (per loro sempre clandestini) nel Mediterraneo; condoni, tassa piatta, contanti a gogo, pace fiscale per rinfocolare l’evasione; manganelli contro gli studenti; nucleare e trivellazioni.
E sono solo due giorni di nuovismo governativo. Il resto seguirà a ruota.


POTERI FORTI

6 maggio 2021 
 
  Esistono o non esistono i poteri forti? Che Confindustria lo sia è un dato di fatto.
Nella vicenda del blocco dei licenziamenti è stata sufficiente una dichiarazione del suo presidente per spingere i partiti di destra ad accodarsi. Ma quel che più delude (o forse no: non di delusione si tratta, ma di conferma) è la scelta del P.C.M. Mario Draghi.
Da che parte sta Draghi? Dalla parte di Confindustria e degli altri potentati che non vogliono sottostare ad alcuna regola?
Un breve elenco per rilevarne le coordinate:
• blocco dei licenziamenti;
• tassazione delle eredità maggiori di 5 (cinque) milioni di euro;
• progressività delle imposte;
• trivellamenti in Adriatico e altrove;
• codice degli appalti e liberalizzazione dei subappalti;
• ponte sullo stretto di Messina;
• Respingimenti dei migranti e centri di accoglienza in Libia e Turchia.
Qual è la posizione di Draghi su ognuno di questi dossier?
Il contrario di quanto si aspetterebbe un cittadino che crede in un’economia sostenibile ed equa.
Ma forse non c’è neanche da stupirsi se guardiamo ai modi e ai tempi della caduta del governo Conte-bis e del ruolo avuto in quella vicenda dall’ineffabile Matteo Renzi, oscuro frequentatore di agenti segreti alquanto infedeli. Ma un ruolo in quella vicenda l’ha avuto anche il P.R. Mattarella, oggi santificato insieme a Draghi come salvatore della Repubblica.
Sarà solo dietrologia?

ISRAELIANI E PALESTINESI

17 maggio 2021
Domani pomeriggio parteciperò al “Presidio di solidarietà con il popolo palestinese”.
Non ho partecipato alla manifestazione indetta dall’associazione Italia-Israele perché finalizzata a esprimere solidarietà verso le azioni dello Stato ebraico.
Il punto dirimente sta nella differenza lessicale.
In questa triste e annosa vicenda, credo che non si debba parteggiare per lo Stato ebraico né per Hamas (il gruppo palestinese che contrasta l’esistenza di Israele), ma che si debba, in tutti i modi possibili, cercare di far prevalere la volontà dei due popoli che sono contrari alla guerra continua e sperano di poter vivere (finalmente!) in pace.
Lo sostengo con convinzione, perché il conflitto che periodicamente si accende è alimentato da due opposti estremismi e si rinfocola ogni volta che nelle rispettive comunità prevalgono gli integralisti religiosi che vorrebbero sterminarsi a vicenda.
Io credo che sia necessario, come ha fatto ieri sera Gad Lerner (un intellettuale di origini ebraiche) nella trasmissione di Rai 3 “Che tempo che fa”, sostenere e dare voce ai gruppi che si prodigano per affermare il diritto alla convivenza dei due popoli, a tutti quelli che cercano l’incontro e il confronto.
Solo creando un clima di fiducia e di reciproca comprensione tra i due popoli sarà possibile superare gli opposti estremismi e impedire che continuino azioni quali l’occupazione delle terre e delle case palestinesi da parte dello Stato israeliano a cui seguono azioni armate da parte di Hamas e reazioni ancora più feroci dell’esercito israeliano, in un circolo perverso che si autoalimenta.
È necessario interrompere questo stato di cose con la forza della giustizia, della solidarietà e del reciproco riconoscersi.

01 aprile 2021                    JUS SOLI E VACCINI

Chissà se arriverà mai il tempo di approvare la legge che riconosce la cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in Italia. Farlo sarebbe un segno di civiltà e di chiarezza e non solo il riconoscimento di uno stato di fatto innegabile e non occultabile. Perché questi ragazzi sono a tutti gli effetti parte della nostra comunità, ne parlano la lingua (a volte meglio di tanti cittadini patentati), ne apprezzano la cultura e il modello di vita.
Però adesso non è tempo di pensare allo jus soli, dice l’epigono dell’Alberto con la spada in pugno dopo la dichiarazione d’intenti del Letta piddino, come non è tempo di approvare la proposta di legge Zan contro omolesbobitransfobia, misoginia, abilismo che ha scatenato l’ostruzionismo delle destre.
Adesso è tempo di pensare ai vaccini, sostengono: come se l’inoculazione dei vaccini fosse l’impegno primario di deputati e senatori, come se approvare una legge impedisse la vaccinazione degli ultraottantenni ancora in attesa della prima dose.
Ma tant’è!
Tutto ciò che concerne l’allargamento degli spazi di libertà e di uguaglianza è inviso alle destre, che coltivano l’intolleranza, le disuguaglianze, la soggezione e l’oppressione.

Sostegni e condoni

25 marzo 2021
“È tempo di dare e non di chiedere” ha detto il Pres. del C.M.: un concetto corretto in questo tempo di pandemia in cui molte categorie di soggetti economici hanno visto ridotte, a volte notevolmente, le entrate. Per contenerne l’effetto sono stati introdotti i “Sostegni” (già denominati “ristori”) che in qualche modo alleviano le sofferenze. Sono stati anche posticipati i versamenti delle imposte correnti e il pagamento delle cartelle esattoriali in scadenza. Bene, ben fatto. Però che ci azzecca il condono, eufemisticamente appellato “Pace fiscale”? Ma qui non si tratta di una guerra (seppure fiscale), si tratta di rispettare le leggi e le sentenze dei giudici tributari. Il provvedimento di condono (il termine lo ha usato anche Draghi) annulla i debiti fiscali pregressi (anni 2001-2010), cioè debiti per evasione fiscale di 10-20 anni precedenti la pandemia. Che ci azzeccano con le sofferenze attuali?
I condoni sono sempre una sconfitta della legalità perché premiano i contribuenti infedeli e indirettamente penalizzano quelli fedeli e distorcono la concorrenza.
Ma Salvini dice che lui pensa agli Italiani e gli altri perdono tempo.
Io direi che lui pensa agli evasori (e anche il suo alleato Berlusconi che è un evasore conclamato da una sentenza definitiva) mentre se ne frega degli Italiani onesti e di quanti soffrono da sempre e non hanno avuto mai sconti né sostegni.
E questa è un’altra storia che bisognerebbe riattualizzare in nome della giustizia e dell’uguaglianza.

ODE PER UN IMMIGRATO

Mi sono pensato nei panni di un immigrato africano che ha visto morire un amico sotto i colpi di una pistola razzista (o per sfruttamento, che differenza fa?). Ne è uscita questa specie di ode. È il mio modo per dire che è necessario recuperare l’umanità che stiamo perdendo.
(Ieri, nell’anniversario della tragedia di Marcinelle dell’8 agosto 1956)
 
                                           So quali erano i sogni di Hassan
che abita una povera casa coi muri scrostati,
porte e finestre sconnesse da cui spiffera il freddo;
so che fa freddo d’inverno
e non basta la piccola stufa a gasolio a scaldarla;
so cosa pensa il padrone di casa quando Hassan si lamenta,
gli ricorda che per gli euro che paga,
trecento in un mese e in ritardo,
non può lamentarsi né accampare pretese,
che lui, il proprietario, è un uomo di larghe vedute
se no non avrebbe affittato ad un nero.
So quali erano i sogni di Hassan
che cercava un lavoro sicuro;
so dei pellegrinaggi che lo hanno portato
sulle strade d’Italia tra Saluzzo Rosarno e Nardò
a inseguir le stagioni e i colori dei frutti raccolti per due euro l’ora,
vivendo in baracche disperse nei campi,
sfruttato tre volte ed inviso alla gente del posto
come un ladro di vita che ruba il lavoro;
so cosa pensa di lui e dei suoi tristi e malconci compagni
la triade dei suoi sfruttatori
per niente diversa ma affine ai negrieri di un tempo
che ci han fatto schiavi,
che ci hanno venduti e costretti a sudare il cotone nei campi
sotto i colpi sferzanti di scudisci agitati per piegarci al lavoro.
So quali erano i sogni di Hassan
che sognava una vita tranquilla,
al riparo da offese infondate;
so che invece ha ascoltato espressioni crudeli e arroganti
dirette al colore del viso,
che ha dovuto scansare o fuggire espressioni di odio e rancore
da persone che non conosceva
che gli addebitano crimini e fatti che è lontano dall’immaginare,
altrettanto dal fare, se si esclude quel poco di erba o di fumo
che ha venduto a persone per bene incontrandole al buio,
che alla luce del sole han paura di lui e sui social scrivono,
inseguendo ossessioni alienanti: via da qui che qui è casa nostra.
So quali erano i sogni di Hassan a cui han tolto il diritto a sognare;
i suoi sogni sono stati oscurati da due colpi di arma da fuoco
che han lasciato in un cambio ineguale una scia di dolore e di pena;
so che è stata spezzata una vita che trascina con sé nel suo nulla
altre vite innocenti destinate a soffrire in silenzio
e in silenzio a vedere sfiorire le speranze di un futuro più certo.
(9 agosto 2018)
                                                   
                
 NON SONO SCHIAVI
                                                                      26/02/2021                         
                                              https://www.facebook.com/antonio.elia.5076
 
Finalmente parole chiare, inequivocabili, che interpretano con rigore giuridico e profondo senso di civiltà i principi fondamentali della nostra Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Un plauso al procuratore capo di Milano (già magistrato di “Mani pulite”) e ai magistrati della Procura, Maura Ripamonti e Tiziana Siciliano (non a caso: due donne), la cui indagine ha portato all’emissione di un’ordinanza che impone alle imprese di consegne (Glovo, Deliveroo, Uber eats Italy e Just eat Italy) di assumere come lavoratori dipendenti i “rider” che consegnano i pasti (e non solo) a domicilio, oltre al pagamento di ammende per un totale di 733 milioni di euro. Si tratta di 63.000 persone, che devono aver riconosciuto il loro status di cittadini a tutto tondo. 63.000 persone che, riportando le parole del giudice Greco «Non è più tempo di dire che sono schiavi, ma di dire che sono cittadini».
Speriamo che l’indagine in questione (e l’ispirazione che l’ha resa possibile) non resti isolata. Ci sono altre categorie di lavoratori da tutelare ed emancipare dallo stato di semi schiavitù in cui vivono la loro esperienza lavorativa. Mi riferisco, per esempio, ai lavoratori stagionali in agricoltura. A quando qualche indagine giudiziaria che ne tuteli la dignità e la vita?
                                                         RISTORI, RISTORNI E RITORNI
20/02/2021                              https://www.facebook.com/antonio.elia.5076
La pandemia stravolge le nostre vite e arricchisce il vocabolario.
Prendi il termine RISTORO: invocato a ogni cambiamento cromatico della geografia italica, perfino abusato e ingiustamente invocato da chi mai o poco ha contribuito (evadendo il dovere fiscale) alla spesa pubblica in ragione della sua ricchezza.
Ad ogni buon conto, una logica e una funzione il ristoro ce l’ha.
Come ce l’avrebbe anche un altro vocabolo: il RISTORNO.
Per una questione di giustizia sociale e generazionale, sarebbe il caso di “stornare” una parte dei profitti e dei guadagni di chi nella pandemia ha incrementato le sue ricchezze, per finanziare i ristori. Individuare “chi”, quali siano le categorie interessate non è difficile, basterebbe un po’ di coraggio e di buona volontà.
Invece, al posto dei necessari ristorni, la pandemia, in un afflato panitalico che accomuna tutti nel governo di unità nazionale, ci ammannisce solo RITORNI (cassando una S): nel nome dell’Unione Europea e della lotta al Covid.
Il guaio è che a ritornare alla guida del Paese (con responsabilità in posti chiave) siano coloro che non credono né alla U.E. (e all’euro), né alla pericolosità del virus. Però ci sono 209 miliardi di € (euro, non lirette, la moneta che vorrebbero riesumare) e vogliono partecipare al lauto banchetto.
Come meravigliarsi, allora, di tante inattese conversioni?

 CENSURA PREVENTIVA

al liceo Giulio Cesare di Roma     11/02/2021   https://www.facebook.com/antonio.elia.5076
 
Censora è la preside che si è arrogato il diritto, sostituendosi al Collegio Docenti, di cassare dal programma di autogestione presentato dagli studenti, e successivamente approvato dall’organo collegiale, tre corsi “sensibili”.
Questi i corsi e le motivazioni della censura:
• Corso d’informazione sull’ABORTO: perché POTREBBE ISTIGARE LE PERSONE AD ABORTIRE;
• Corso sull’IDENTITÀ DI GENERE: perché L'IDENTITÀ DI GENERE NON ESISTE;
• Corso di storia sull’OCCUPAZIONE FASCISTA DEI BALCANI: perché NON SAREBBE STATO SVOLTO SECONDO UN PUNTO DI VISTA OGGETTIVO.
Motivazioni che di certo non fanno onore alla preside; ma che, soprattutto, rimarcano come il confronto delle idee su temi sensibili sia ancora tabù per una certa parte dell’opinione pubblica: ben connotabile, peraltro.
Cioè: meno se ne parla e meglio è, perché la conoscenza e le idee sono sovversive dell’ordine costituito e non, al contrario, veicoli di progresso civile e morale.
Che la censura colpisca la scuola è poi oltremodo intollerabile perché se ne svilisce la missione e si degradano studenti e insegnanti al livello di incapaci da imbonire e controllare.
C’è bisogno di aria fresca: CENSURIAMO I CENSORI.

 GAME  BALCANICO

I profughi che resistono nel limbo bosniaco nella folle utopia di arrivare nell'Unione Europea, chiamano "Game" il tentativo, quasi sempre perdente, di attraversare il confine tra Bosnia e Croazia, la porta dell'U.E. sulla rotta balcanica.
Ero stato involontariamente profetico quando quattro anni fa, nel 2017, descrivevo con queste parole gli sbarchi di profughi sulle nostre coste:
Questa volta non erano le feroci feluche moresche a essere avvistate dalle torri di guardia, erano i palazzi moreschi a dare il benvenuto ai gommoni e alle carrette del mare stracolmi di albanesi e mediorientali arrivati a mani nude; viaggi senza ritorno gestiti da tour operator stravaganti, specializzati nella gestione di reality di massa ai limiti della sopravvivenza, dove vince chi riesce a non morire durante la traversata o durante lo sbarco, dove il premio per la vittoria è un soggiorno a tempo indeterminato in un CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione), dove l’avventura può continuare, a scelta del concorrente, con un’ulteriore prova di resistenza, vince chi riesce ad allontanarsi dal CIE, il premio questa volta è la conquista dello status di clandestino. Chi decide di non continuare il reality e chi non riesce ad evadere dal CIE otterrà, come premio di consolazione, un viaggio di ritorno su una nave o su un aereo di linea e dovrà rinunciare al seguito dell’avventura per cui aveva pagato il prezzo. 
(A. ELIA, Se No, L'Erudita, 2018, p. 200). 
Un'invenzione letteraria diventata espressione linguistica viva, modus vivendi.
Però, come non si trattava di un reality allora, non si tratta di un game oggi; è sempre lotta per la vita, e spesso, troppo spesso, chi partecipa al gioco è destinato a perderla, la vita. 





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