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PROFILO BIOGRAFICO

Mi chiamo Antonio ELIA, ho 66 anni. E poi ne avrò 67, 68 ecc. Almeno spero, fino ad arrivare a…
Un po’ troppi? Per essere “blogger” forse si dovrebbe essere giovani, avere l’immediatezza e la velocità del modello di comunicazione corrente: comunicazioni brevi, a raffica, che colgono l’attimo e anche se dopo qualche ora sono superate da nuove urgenze o nuovi eventi va bene lo stesso? Forse. Ma forse anche no.
E allora mi butto.
Con il desiderio di far conoscere a chi ne avrà voglia e interesse la mia produzione letteraria, le mie letture e i miei gusti.
Lo so che nessuno, oltre me, sente la necessità di questa presenza. Ce ne sono già tante e tutte più qualificate e attive. Ma interessa a me e tanto basta.
È che sento un’urgenza che mi sollecita e non posso resisterle.
E allora non ho scelta, e anche se non raggiungerò masse di followers va bene lo stesso.

Sono nato a S. Cesarea Terme, in Salento, e vivo a Cuneo.
Fino a cinque anni fa ho svolto un’altra attività: sono stato insegnante di Economia politica nelle scuole superiori, e per dieci anni, come supervisore del tirocinio, presso la scuola superiore per l’insegnamento (SISS) del Piemonte.
Ho pubblicato testi di economia e numerosi articoli di didattica.
Sono stato giudice tributario presso la Commissione tributaria regionale del Piemonte.
Ho diretto per alcuni anni un giornale locale (Quaderni cuneesi), mensile d’informazione politica e culturale.
Qualche dimestichezza con la scrittura ce l’ho e anche qualche storia da raccontare.
Il desiderio di raccontare ce l’avevo anche a quindici anni, non mi ha mai abbandonato. Solo che la vita mi ha portato da altre parti e ha represso quel desiderio. Che è ritornato prepotente dopo, quando ho potuto disporre del mio tempo.
E ho ripreso a scrivere storie.
Ho pubblicato il primo romanzo “Andavamo lontano” nel 2014, con l’editore Manni, per raccontare storie di emarginazione e di migrazioni che attingono alla realtà del passato e del presente. Migrazioni narrate dalla parte dei migranti di ieri e di oggi.
A maggio 2016 ho pubblicato su www.Amazon.com una raccolta di racconti dal titolo “Una barca color vinaccia”, dieci racconti più uno, quasi un romanzo, sullo sfondo del Salento di ieri e di oggi.
Due tra i racconti inclusi nella raccolta sono stati pubblicati sui seguenti siti:
> http://www.raccontinellarete.it/?p=26871
> http://www.agorart.net/montem-saracenum-antonio-elia-salento-love/
I racconti sono estrapolati, con adattamenti, tagli e aggiunte, dal mio secondo romanzo, provvisoriamente intitolato “SE NO” e in attesa di pubblicazione, che in parte riprende il tema dell’emigrazione del primo lavoro, analizzandone gli effetti di sradicamento sociale prodotti sui figli degli immigrati; in parte analizza il tema dell’identità personale e della ricerca delle radici profonde dell’essere di ciascuno.
Sto lavorando a una nuova raccolta di racconti dalla quale ho tratto “Il rassicuratore”, inserito tra i finalisti del “XX Premio letterario Mario Dell’Arco” indetto dall’Accademia Gioacchino Belli di Genzano (RM).
Nell’aprile del 2018 “SE NO” è stato pubblicato dall’editrice L’Erudita.
L’anno successivo, nella collana Biblioteca del Vascello della Robin Edizioni, ho licenziato il mio terzo cimento: “La Zona”, nel quale affronto, traslando la vicenda narrata nel 2050, le angosce del nostro tempo consegnatosi, per esorcizzare i suoi fantasmi e sotto l’incedere aggressivo della propaganda populista, a un governo forte, una nuova dittatura dissimulata, nutrita di xenofobia, del culto della sicurezza, di controllo sociale e di chiusura delle frontiere.

Curo anche questo blog che ho intitolato “A OVEST DI BISANZIO. Blog personale di scritture, letture e altro ” e, infatti, oltre a scrivere, leggo.
Di quanto ho letto e leggerò cercherò di tenere una specie di diario. A intervalli irregolari, però.
Amo la lettura lenta, non divoro i libri che ho scelto; li mastico con lentezza per assaporarne tutto il gusto: la storia e il modo di raccontarla, l’eleganza dello stile e la bellezza delle frasi tornite con perizia… e anche, perché no, la capacità dell’autore di interpretare la realtà che descrive.
Mi piacciono i romanzi che parlano della vita reale, di quello che siamo e che facciamo.
Non leggo più i romanzi di genere, dai noir al fantasy, e via continuando. Senza altezzosità, o riserve di carattere culturale, forse solo per stanchezza. Perché ne ho letti troppi quando non avevo altra scelta.
Ho letto il primo romanzo a 11 anni: “I misteri della giungla nera” di Salgari (lo aveva comprato mia madre, l’unico, da una suora ambulante dell’editrice S. Paolo di Alba-CN), e da quel momento non mi sono più fermato. Ho letto di tutto secondo i gusti di altri: di mio fratello che comprava i Super Pocket Longanesi e Mondadori (350 lire l’uno), Hemingway, Cronin, Steinbeck; del cognato di un mio amico, maresciallo dei carabinieri, che ovviamente acquistava i gialli Mondadori; del catalogo della piccolissima biblioteca comunale nella quale c’era solo le versioni per ragazzi dei romanzi del ciclo carolingio. E quando non c’era altro da leggere, perché in casa oltre a quel poco che portava mio fratello, che io leggevo di nascosto, non c’era altro, leggevo i fotoromanzi che le mie vicine di casa, turiste piccolo borghesi che villeggiavano nel mio paese, prestavano o regalavano a mia sorella e alle mie cugine.
Ero onnivoro, insomma, per necessità.
Leggevo anche i fumetti, grazie ai figli dei turisti: Tex e Capitan Micky, Il grande Black e Zagor; e Il Monello e l’Intrepido.
Era inevitabile che da grande, quando ho potuto scegliere, le mie preferenze prendessero altre strade. Non necessariamente nell’ordine che segue: scrittori italiani del secondo dopoguerra; l’Ottocento russo; i classici francesi; la letteratura mitteleuropea; i postmoderni americani; qualche sudamericano (Borges, G. Marquez, Bolano, Cortazar); e altro ancora secondo le suggestioni del momento.

Faccio anche altro.
Sempre meno in verità. Ma di ciò non troverete niente in questo blog.
Potete trovare, invece, se vi interessa capire chi sono, i miei commenti sulle notizie e sulle vicende del nostro tempo (nella pagina “Spigolature”),  nella pagina “Dal mondo”, con parsimonia tuttavia, perché in questo tempo c’è poco per cui valga la pena di spendere un commento. C’è molto di cui indignarsi, e di cui mi indigno, e come ho promesso ne parlerò con parsimonia.

Le altre pagine del blog
“Lavori in corso” racconta la mia scrittura nel suo divenire. Ci potete trovare, in tempo quasi reale, brani del testo a cui sto lavorando. Sui testi che scrivo mi piacerebbe poter colloquiare con i miei amici lettori: i commenti, le recensioni, gli scambi di idee e le critiche sono ben accetti e sollecitati.
Nella pagina dei “Racconti” pubblico i testi dei racconti brevi o, quando non sono tanto brevi, a puntate settimanali, le parti in cui idealmente li scompongo.
“Recensioni” è il mio angolo della critica. Non proprio della critica, perché non sono bravo in quest’arte. Ci metterò le mie riflessioni, che valgono quello che valgono; che sono l’espressione del mio gusto, del mio personale gradimento e che, lo so bene, non si soffermeranno sulle novità editoriali; si soffermeranno senza tempestività e sistematicità sugli autori e sui titoli che sto leggendo o su quelli che qualche reminiscenza mi riporta alla memoria. D’altronde, non facciamo tutti così noi lettori comuni?
“Notizie ed eventi” è uno strumento di servizio con finalità d’informazione sulla mia attività e non solo.
Per il momento è tutto e spero che sia sufficiente a soddisfare quell’urgenza di cui parlavo all’inizio.
Grazie.

Se avete letto fin qui, forse c’è una possibilità di contatto.
Fatemelo sapere.

  


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